Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
siamo ancora in cammino, in questo tempo difficile. La vita sociale prosegue, tra tante difficoltà e molto impegno, in un’attesa nutrita di notizie su scenari sempre nuovi e complicati. Oscilliamo tra la nostalgia di una certa normalità e l’impegno responsabile alla prudenza che i tempi richiedono. La nostra Chiesa sta facendo tanti passi, con pazienza, tenacia e quotidiano coraggio.
Non abbiamo mai smesso di camminare insieme, di cercare di vivere il Vangelo di Cristo, di prenderci cura gli uni degli altri. Siamo però in un momento in cui ricominciano le scuole assieme a molte altre attività sociali ed economiche, in cui alcune rimangono sospese o sono vissute in modo differente e ogni passo in avanti ci costa preoccupazioni, attenzioni nuove da prestare, paure e speranze di cui non avremmo mai pensato l’esistenza.
Facciamo tutto quanto ci è possibile, collaborando nelle nostre comunità con intelligenza, umiltà e passione. Siamo già tutti impegnati nella liturgia e nella celebrazione dei sacramenti, nelle attività di catechesi e carità, nell’animazione dello slancio missionario, nella pastorale con le famiglie e con i giovani, nel mondo della scuola e della formazione, con iniziative sui grandi temi della società in cui viviamo e della nostra responsabilità per il creato, negli ospedali e nelle case di riposo. Se riusciremo a vivere con cuore nuovo ogni attimo di vita, potremo scoprire la presenza del Signore crocifisso e risorto nelle attività di ogni giorno, nelle relazioni importanti, dove ci sono preoccupazioni per il lavoro che non c’è e di fronte alla sicurezza del futuro che vacilla e dove sorgono nuovi germogli di speranza, nelle solitudini del vivere, nelle fatiche di relazioni fragili e vulnerabili ma anche nella solidità di legami fedeli e duraturi.
Vi invito a celebrare questo tempo d’autunno come un’occasione di incontro, in particolare in un momento di preghiera attorno alla Parola di Dio e davanti al Signore presente nel pane eucaristico, da celebrare in questo inizio di ottobre nelle vostre collaborazioni pastorali. Queste possono diventare il grembo della presenza viva della Chiesa nella nostra terra. Sentiamoci comunità di fratelli e sorelle proprio là dove costruiamo insieme il nostro futuro. Ascolto e contemplazione ci daranno stimoli ed orientamento anche per le reti di solidarietà e di giustizia che riusciremo a tessere nelle nostre comunità, tra persone e famiglie, tra le differenti generazioni, tra i vicini e i lontani, con i piccoli e i poveri, con il creato. Troviamoci assieme a vecchi e nuovi compagni di strada, per sentire che ci siamo, per scoprire forme anche inedite di incontro, per dire a ciascuno che siamo contenti che ci sia e faccia parte della comunità e della vita di tutti. Cogliamo l’occasione per dirci gli uni agli altri: «Sono felice se ci sei e se non ci sei mi manchi».
In ascolto del Consiglio presbiterale e di quello Pastorale diocesano, degli uffici di curia e dei vicari foranei sto preparando una lettera pastorale che ci possa accompagnare in questo tempo difficile e nuovo con la speranza che viene dalla fede nel Signore Gesù Cristo crocifisso e risorto, presente tra noi. Egli continua a rivelarci l’infinito amore del Padre, ci raduna e ci invia con la consolazione e la forza dello Spirito Santo.
Alla vigilia del prossimo Avvento, all’inizio del nuovo anno liturgico celebreremo assieme a livello diocesano la nostra fede e la nostra gratitudine al Signore che viene, Signore del tempo e della storia. A Lui affideremo il nostro tempo, la nostra ricerca di bene, tutte le relazioni importanti nella nostra vita, a Lui chiederemo orientamento, sostegno e guida.
Impareremo a vivere da fratelli e sorelle. Ancora una volta scopriremo stupiti la meraviglia del suo amore per noi.
Treviso, 7 ottobre 2020 ✠ Michele, Vescovo