Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero
Carissimi fratelli e sorelle,
la liturgia quest’anno ci fa ascoltare il racconto della Pasqua secondo la versione dell’evangelista Luca, che tra tutti riporta il racconto dell’incontro del Risorto con due discepoli, anche se poi nomina solo Cleopa; il nome dell’altro rimane misterioso ed è l’unico che non parla: Gesù spiega le Scritture, Cleopa dialoga con Lui. La sua identità resta nascosta, forse perché così ciascuno di noi può collocarsi al suo posto. Ed è proprio questo che ti invito a fare: io sono l’amico di Cleopa e posso inserire la mia storia in quella di Gesù, che non è finita sulla croce («speravamo che egli fosse colui …»), ma continua oggi. E ce lo ricorda con forza Papa Francesco nell’Esortazione post-sinodale Christus vivit (nn. 1-2) che ci ha offerto in questi giorni e che ti invito a leggere:
1. Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! 2. Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza.
Questo cammino dei discepoli, con Gesù accanto, si chiama Chiesa, che continua ad esistere proprio grazie ai doni del Risorto: spiegare la Scrittura, spezzare insieme il pane, vivere la fraternità e la missione!
L’augurio, allora, è che impariamo a riscoprire personalmente, in famiglia, in comunità, la bellezza di questi doni, anche nell’esperienza della fatica, della malattia, degli affetti, della ricerca di senso, della quotidianità, della festa, del lavoro …
E così sarà gioia vera, gioia pasquale!
Un abbraccio,
d. Federico